Anno di produzione:
2018
Musica e Libretto:
Ignacio Ferrando, Jorge Ferrando
Regia:
Irene Di Lelio
con:
Sascha Emanuel Kramer, Lucas Moreira Cardoso, Elena Tereshchenko, Enrico Zara, Marco Ferraro (chitarra)
Scene e Costumi:
Diletta Maria Buschi
Disegno luci:
Moritz Zavan Stoeckle
Trucco:
Anna Lazzarini
Preparatrici pianiste:
Marina D’Ambroso, Alessia Toffanin
Direttore musicale:
Francesco Bossaglia
Musicisti:
Roberta Lioy (violino), Sofia Gelsomini (violino II), Piero Bonato (violoncello), Federico Nicoletta (pianoforte), Alessandro Pace (flauto), Alice Cortegiani (clarinetto), Andrea Brunati (corno), Francesco Ulivi (tromba), Gianmaria Tombari (percussioni)
Ensemble Novecento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Produzione:
La Biennale di Venezia
in collaborazione con:
Accademia Nazionale di Santa Cecilia
El sueño de Dalí en una noche de Picasso
El sueño de Dalí en una noche de Picasso è un’opera in un atto che prende le mosse da una situazione che può essere realmente accaduta oppure no – la visita di Dalí a Guernica mentre il dipinto era esposto a New York – per mettere l’artista, attraverso un sogno, a confronto con il suo genio, le sue paure, le sue contraddizioni, le sue vergogne. Per scrivere
l’intreccio è stata studiata la documentazione storica relativa alla vita di Salvador Dalí: biografie, scritti e testimonianze dello stesso Dalí e il libro di Ian Gibson dedicato alla relazione d’amore che non poté realizzarsi tra il pittore di Cadaqués e il poeta Federico García Lorca.
Analizzando tutte queste informazioni, il concetto del sogno è stato impiegato per rappresentare situazioni di fantasia che fanno riflettere sulla personalità di Dalí. Si tratta di un’opera di carattere surrealista, che rende omaggio a uno degli artisti fondamentali del Surrealismo.
In questo lavoro Dalí vivrà un sogno che potrà trasformarsi in un incubo e incontrerà alcune figure chiave della sua biografia: il pittore e artista universale Pablo Picasso, il drammaturgo e poeta Federico García Lorca e Gala, la donna e musa di Dalí. Con tutti loro vivrà sentimenti mescolati a emozioni che andranno dal dramma alla commedia in una dimensione surreale. Dalí dovrà scegliere tra amore e arte o celebrità e danaro. Dovrà scegliere il vero e unico amore della sua vita.
Trìstrofa
Cinque forme (cornici) fluttuanti di diversi materiali delineano il confine tra scena e non scena. I due attori cantanti (soprano e tenore) si trasmutano nei diversi personaggi a seconda della forma – e quindi della sonorità a essa associata – che attraversano entrando in scena, e vivono ognuno il proprio dramma interagendo in una catena di relazioni mancate. Scarterìn Les BonBon, pura e puerile, desiderosa di farsi mangiare, offre la propria caramella a chiunque, in una disperata impossibilità di comunicazione; poi, di tanto in tanto, saltando giocosamente in un’altra cornice, diventa Losünge
Bildmage (e viceversa), in cerca di pareti che non troverà mai su cui fissare definitivamente la propria forma. Plufghig Lucht, volendo ballare con la luce, cerca una presa di corrente per la sua lampada. Non riuscendo nell’impresa, a volte occupa lo spazio di Strippy Sox (e viceversa), la cui ossessione di aprire un cassetto per prendere i suoi tanto amati calzini a righe sfocia inevitabilmente in una vertiginosa roteazione del braccio che decide di utilizzare.
I quattro personaggi sono caratterizzati e distinti musicalmente e linguisticamente, e si intersecano con scambi giocosi. Talora dimenticano, nel loro incontro allegro ma duro da affrontare, quale sia la scena e quale la non scena; talora rientrano in scena correggendosi; tentano di comunicare in un semi-grammelot di matrice comune che nelle sue sfaccettature rende però impossibile la condivisione del proprio dramma con gli altri.
Deus ex machina, il terzo attore cantante – colui che dal principio entrava e usciva dalle scene, bofonchiando l’attesa di essere invocato – entra quindi in scena per fornire la soluzione per potersi incontrare… E proprio rivelando l’esistenza della trìstrofa da intonare come preciso elemento musicale e fantasiosa prassi del canto gregoriano che risolverà ogni cosa, cade nel vortice drammatico del non poter risolvere. Così, nella sua velleità di mettere ordine, si accorge che non rimane più nessuno…
Musica:
Elisa Corpolongo
Libretto:
Ilaria Diotallevi
Regia:
Irene Di Lelio
con:
Felicita Brusoni, Claire Michel de Haas, Elena Tereshchenko
Scene e Costumi:
Diletta Maria Buschi
Disegno luci:
Moritz Zavan Stoeckle
Trucco:
Anna Lazzarini
Preparatrici pianiste:
Marina D’Ambroso, Alessia Toffanin
Direttore musicale:
Francesco Bossaglia
Musicisti:
Roberta Lioy (violino), Sofia Gelsomini (violino II), Piero Bonato (violoncello), Federico Nicoletta (pianoforte), Alessandro Pace (flauto), Alice Cortegiani (clarinetto), Andrea Brunati (corno), Francesco Ulivi (tromba), Gianmaria Tombari (percussioni)
Ensemble Novecento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Produzione:
La Biennale di Venezia
in collaborazione con:
Accademia Nazionale di Santa Cecilia