SPETTACOLO
Pagliacci
Dall’opera lirica di R. Leoncavallo

Anno di produzione:
2018

Tratto da:
R. Leoncavallo

Adattamento drammaturgico:
Irene Di Lelio, Sara Calvario, Talisa Viola

Regia:
Irene Di Lelio

con:
Olimpia Ferrara, Giacomo Martini, Ivo Randaccio, Lorenzo Tolusso –  Claudio Pellerito, Andrea Perotti, Stefano Iagulli

Musicisti:
Gabriele Silvestri (clarinetto), Simone D’Andrea (chitarra)

Direttore musicale:
Enrico Silvestri

Scene:
Diletta Maria Bruschi

Disegno luci:
Stefano Di Nallo

Costumi:
Serena Facchiano

Collaborazione alla Coreografia
(Danza di Nedda):

Pablo Lara Garcia

Foto di scena:
Caterina Valletti

Grafica:
Silvia Formenti

Produzione:
Linee Libere

LO SPETTACOLO

Pagliacci giullari, attori girovaghi, comici dell’arte, viaggiatori poveri e artisti morbosamente inghiottiti dal ruolo che ricoprono all’interno della compagnia.
La loro casa è il palcoscenico, luogo dove abbandonano le contraddizioni e le frustrazioni e dove riescono a dar voce alla parte più pura del loro essere, trovando il coraggio di essere coerenti.
Pagliacci dipinge degli attori sospesi nel tempo che lavorano sulla commedia dell’arte, attraverso la quale, riescono a trovare degli escamotage per sopravvivere.
L’organizzazione di questi comici si avvicina molto alla condizione esistenziale che vivono molte compagnie indipendenti contemporanee, le quali devono trovare il modo e la motivazione per andare avanti, riuscendo a far entrare la loro arte in una valigia – in questo caso in un sacco – che trascinano in spalla, di città in città.
La povertà di mezzi che subiscono i personaggi sulla scena, le tecniche artistiche adoperate per fare spettacolo, sono le stesse che abbiamo vissuto noi come gruppo di lavoro, nella creazione di questo spettacolo. Gli attori utilizzano, come i comici interpretati, le tecniche dell’improvvisazione provenienti dalla commedia dell’arte, mettendosi davvero in connessione con i personaggi, rendendo quindi materiale vivo, che respira insieme a loro, ciò che fanno nella zona del testo del “canovaccio” e della “commedia”.
Il lavoro sul libretto d’opera e sulle musiche di Leoncavallo, ci ha concesso di inserire la musica dal vivo, che diventa uno dei simboli dell’Arte, parca richiamata dal grande sacco.
L’epoca nella quale si muovono questi personaggi non ha tempo, è sospesa. Brancolano in una dimensione storica, specchio e citazione dell’epoca in cui viviamo, dove l’uomo sembra essere superiore alla natura, agli altri esseri viventi, all’arte, a Dio. Solo uno dei personaggi sarà il mezzo per traghettare le anime di questi comici, con il suo sguardo limpido e poetico: Irek, il giovane Arlecchino. È sopravvissuto a un naufragio, dal quale ha pescato un preziosissimo taccuino contenente le lettere originali di Tristano Martinelli e le riflessioni di Jarro, trovando così un tesoro artistico che gli regala l’ispirazione e la forza per andare avanti. Lo stesso naufragio irromperà nella compagnia e porterà via con sé delle vittime e solo Irek, con la sua idea pura di Arte, riuscirà a trascinare a riva i comici e a non farli disperdere.
L’opera diventa per noi una possibilità di analisi di uno squarcio temporale sull’epoca contemporanea in cui aumentano gli omicidi compiuti dai giovani (gesto che fa pensare a un intento di emulazione delle nuove serie TV).
Il cattivo oramai è anche bello e questo mortifica l’archetipo che esiste nelle nostre coscienze da secoli. L’omicidio che respiriamo tutti i giorni guardando le serie TV, è così ben fatto da sembrare reale. Fiumi di sangue che sgorgano dalle gole dei bellissimi attori interpreti di ruoli negativi, crea confusione nelle menti delle persone che emulano lo stesso gesto.
L’omicidio in questo spettacolo appare quasi “irreale”, inserito nella cornice della commedia. Non c’è tempo per il pentimento di questi personaggi perché la vita che se ne va via è più veloce del pensiero che realizza le azioni compiute.
Pagliacci è un testo che abbiamo scelto per lavorare sulla funzione e la preziosità dell’Arte nelle vite degli individui. Il suo profondo senso etico è un elemento che può sostenere e contenere l’agire dell’uomo ed essere un esempio per la sua esistenza.

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